La presente ricerca si basa su alcuni presupposti introdotti dalla L.R 5/95:
- la coincidenza degli atti di pianificazione territoriale con quelli in materia di protezione delle bellezze naturali e tutela delle zone di interesse ambientale;
- la individuazione dei sistemi ambientali del territorio da determinare all'interno del piano strutturale;
- la necessità di predisporre un quadro conoscitivo dettagliato a livello comunale sulla base delle risorse individuate dal Piano Territoriale di Coordinamento e dalle sue previsioni.
Il lavoro si articola dunque in via preliminare nell'individuazione degli insiemi ambientali (sistemi e sub-sistemi) del territorio aretino, partendo da un'analisi delle Unità di Paesaggio determinate e descritte dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia con una verifica ed integrazione in relazione alle caratteristiche specifiche del territorio.
Va ricordato che nel P.T.C. provinciale le U.d.P rappresentano dei quadri ambientali di riferimento rispetto ai quali collocare il patrimonio storico, architettonico ed ambientale, ubicando ogni singolo oggetto in un contesto di relazioni più ampio.
Va sottolineato inoltre che senza una definizione dei vari sistemi ambientali in cui è articolato il territorio aretino, sarebbe impossibile definire un quadro controllabile dei beni architettonici ed ambientali in conseguenza della particolare dimensione del territorio aretino, fortemente policentrico e degli innumerevoli elementi emergenti di cui è ricchissimo.
Pertanto nell'ambito della presente indagine non poteva non essere sviluppato anche un approfondimento sulle U.d.P e sui sistemi ambientali, che anzi ne costituiscono un fondamentale supporto.
Già il Piano Regolatore Generale vigente era stato definito come il piano delle cinque ecologie; le previsioni erano state articolate in riferimento alle caratteristiche delle varie parti del territorio: ecologia della città, ecologia della collina che circonda la città ad est e sud, ecologia dell'Arno poiché la parte nord del territorio è fortemente segnato dal corso del fiume, ecologia della Chiana costituita dalla zona pianeggiante caratterizzata dai processi di bonifica, ecologia della montagna riferita al territorio nella parte est, incentrato principalmente sulla valle del Cerfone.
È doveroso ricordare inoltre che nell'ambito delle indagini a supporto della definizione del P.R.G. ha assunto particolare importanza quella relativa a "Emergenze e Territorio nell'aretino - Arezzo" condotta da Marco Bini; essa fa una rassegna sistematica della iconografia e delle informazioni bibliografiche, con schedatura riferita agli elementi emergenti del territorio, attraverso anche una sovrapposizione del catasto lorenese alla cartografia attuale.
Inoltre il Comune di Arezzo aveva già successivamente sviluppato indagini e ricerche che costituiscono una premessa per un'individuazione delle U.d.P e dei sistemi ambientali.
Nello studio per le proposte di una cintura verde intorno alla città, a seguito di un excursus storico dell'evoluzione territoriale e delle caratteristiche paesistiche vengono fatte alcune significative proposte e descritte alcune unità di paesaggio elementari: colline di San Cornelio, collina di S. Maria, ambito Bagnoro- S. Firmina, ambito S. Fabiano, ambito Olmo-Rigutino, ambito S. Zeno, con la precisazione che esse possano anche costituire unità territoriali organiche per la definizione del P.R.G.
Nella ricerca "Verso un inurbamento maturo" finalizzata ad individuare gli obbiettivi per l'attuazione del P.R.G. sono particolarmente interessanti le proposte in merito alla rinaturalizzazione delle aree collinari, con particolare riferimento alla collina di S. Cornelio.
Ripercorrendo quindi l'impostazione del P.R.G. vigente articolato in cinque ecologie e gli studi finalizzati alla gestione del piano che già avevano sviluppato interessanti proposte preliminari in merito alle unità di paesaggio e in linea con le indicazioni sia di metodo che di contenuto del P.T.C provinciale sono stati individuati gli insiemi ambientali del territorio aretino con i suoi aspetti principali.
Secondo il P.T.C. il territorio aretino è articolato in 16 U.d.P. raccordate ad una scala più vasta in quanto derivanti da una impostazione complessiva a livello provinciale. Esse fanno riferimento a realtà territoriali più ampie quali il Valdarno superiore, la piana di Arezzo, la Val di Chiana, l'Alpe di Catenaia, i Monti tra Arezzo e le Crete Senesi, l'Alpe di Poti, tenendo presente che il territorio aretino costituisce l'ambito di collegamento fra le quattro vallate: Casentino, Valdarno, Val di Chiana, Val Tiberina.
Di ogni U.d.P il P.T.C. sviluppa una schedatura basata su una descrizione delle caratteristiche fisiche, geologiche, morfologiche, della struttura degli insediamenti, dell'uso del suolo, dei valori paesistici e storici, corredata di una documentazione fotografica.
Il P.T.C. in questa impostazione prescindeva dai confini comunali inadeguati rispetto alle problematiche ambientali a cui invece si faceva riferimento.
Pertanto in continuità con le indicazioni del P.T.C. e ad integrazione di esso, a seguito di una verifica dell'articolazione delle U.d.P. sul territorio del Comune di Arezzo, tenendo conto che alcune di esse risultavano di ampiezza insignificante se rapportate ai confini comunali (Colline della Sovara, Val di Chio, Colline di Castiglion Fibocchi) e qualche altra troppo ampia e indifferenziata rispetto alle specifiche problematiche territoriali e dei necessari passaggi di scala fino alla cartografia comunale e che il P.T.C. non ha considerato alcune barriere infrastrutturali esistenti quali grande viabilità e ferrovie e l'incidenza sul paesaggio dello sviluppo recente, sono stati individuati 15 Sistemi Ambientali a supporto della presente ricerca.
Quasi tutti coincidono con le U.d.P. del P.T.C: la Val di Chiana, le zone collinari e montane; per la piana aretina è stata proposta una maggiore differenziazione: in riferimento al sistema idrografico fortemente caratterizzante il territorio sono state individuate la parte relativa al corso dell'Arno a nord e l'area della confluenza della Chiana sull'Arno che si protende verso il Valdarno, caratterizzata dal "lago" da Ponte Buriano fino a Rondine, assumendo la Chiana come limite fisico rispetto alla piana verso la città; tenuto conto dell'incidenza dei programmi irrigui e delle attività estrattive, nella piana a nord della città sono evidenziati i sub-sistemi caratterizzati dal comprensorio delle cave, dal comprensorio irriguo, dalle colline di Ceciliano e di Puglia.
Nelle colline a sud-est della città assumono particolare significato per la loro configurazione ambientale e per la ricchezza di beni la collina di S. Fabiano, quella di S. Cornelio e di S. Maria; per la collina di Agazzi e S. Fiora è stato individuato un sistema ambientale specifico a seguito della sua importanza.
Le valli strette di Mulinelli, di Gragnone e di Stoppe d'Arca sono state inserite come sotto-sistemi nei corrispondenti sistemi collinari.
I sistemi ambientali di montagna sono incentrati sulla valle del Cerfone e del Nestore.
Da questa lettura sono scaturiti i vari sistemi ambientali per la cui descrizione e approfondimento delle caratteristiche si rimanda anche a quelle delle U.d.P del P.T.C. in cui tali sistemi sono collocati.
Per ogni sistema ambientale si rimanda inoltre alla documentazione esistente presso l'Ufficio del P.R.G per quanto riguarda la seguente cartografia di analisi: carta C.T.R (1:10.000), cartografia catastale, catasto lorenese, carta morfologica, della vegetazione, dell'idrografia, dell'uso del suolo, della struttura insediativi, del sistema infrastrutturale, delle previsioni urbanistiche e della sua gestione.
L'articolazione del territorio in sistemi ambientali ha sicuramente un carattere artificioso essendo la continuità uno degli elementi che contraddistinguono le problematiche ambientali sul territorio; tuttavia risulta indispensabile per poter rapportare il ricchissimo patrimonio culturale ed ambientale ad un territorio così articolato e differenziato come quello aretino.
Naturalmente la suddivisione in sistemi smbientali proposta costituisce una specifica modalità di lettura del territorio, da verificare con le altre problematiche individuate all'interno del P.R.G.
Sulla base anche di una verifica a tutto campo sul territorio i sistemi ambientali sono riportati nella cartografia generale alla scala 1:10.000.
Per ogni sistema ambientale si è proceduto alla redazione di una scheda sintetica, in modo da non ripetere quanto già fatto nel P.T.C, corredata di documentazione fotografica ed indicazione dei beni emergenti sul territorio secondo le principali categorie:
- aggregati e centri storici minori, ville e giardini di non comune bellezza, case coloniche, strade di interesse storico panoramico, aree archeologiche, edifici religiosi e monumenti, elementi di rilevante valore naturalistico, geologico ed ambientale; questi elementi sono rapportati al P.R.G. vigente con l'indicazione degli elementi già schedati dal P.T.C.
Il P.T.C. ha impostato la rilevazione di aggregati, ville e giardini di non comune bellezza alla scala comunale, oltre alla viabilità storica e paesistica alla scala provinciale.
Per evidenziare la ricchezza del territorio aretino basta considerare che solo il P.T.C. ha schedato 104 aggregati e centri storici minori e 121 ville e giardini di non comune bellezza; ma trattasi di una ricerca parziale se rapporta al comune in quanto rivolta a tutto il territorio provinciale e che non prende in esame categorie di beni quali le case coloniche e l'edilizia minore.
Per quanto riguarda queste categorie di beni si è proceduto all'acquisizione delle schede ed ad una loro ubicazione cartografica alla scala 1:10.000.
Per quanto riguarda invece le categorie di beni non schedati dalla Provincia si è proceduto ad una schedatura specifica di alcuni elementi più significativi compatibilmente con i limiti operativi dell'indagine.
Per le case coloniche di valore la scheda evidenzia i seguenti aspetti: la classificazione rispetto al contesto agricolo le caratteristiche degli edifici e del resede, gli annessi, le caratteristiche costruttive, la classificazione di valore indispensabile poi per attribuire il tipo di trasformazione.
Sono state fornite informazioni cartografiche relative ai dati catastali, alle previsioni di P.R.G, alla sovrapposizione con il catasto lorenese in modo da evidenziare gli edifici presenti all'impianto di esso.
Per quanto riguarda le informazioni bibliografiche si è fatto riferimento al citato testo del Bini che sintetizza tutto quanto era stato prodotto in precedenza in termini di ricerca in merito agli elementi del territorio, facendo anche riferimento ai testi del Tafi.
Le schede redatte, in aggiunta a quelle del P.T.C. interessano varie categorie di beni: 10 riguardano la cat. D) edifici religiosi, castelli e monumenti, fra cui di particolare importanza S. Maria ai Prati, ormai in stato di abbandono, Badia S. Veriano , Valloni, la Chiusa dei Monaci, una riguarda l'area archeologica di S. Cornelio, per il resto trattasi in genere di case coloniche; tali schede sono articolate secondo i 15 sistemi ambientali individuati, mettendo in evidenza il rapporto con il territorio.
Va evidenziata la particolare ricchezza di beni di certe aree quali la Val di Chiana e le colline orientali di Arezzo; in particolare la Val di Chiana costituisce un ambiente costruito dall'uomo nel corso dei secoli, con successivi interventi di regimazione delle acque, di bonifica e di appoderamento, attestati anche dalle tipiche case coloniche; le colline orientali di Arezzo oltre che beneficiare di un'ottima esposizione in rapporto alla città, erano da sempre interessate dai collegamenti verso la Val Tiberina. Un po' in tutti i sistemi ambientali va evidenziato il rapporto fra patrimonio storico, architettonico e ambientale ed il contesto caratterizzante.
Con tale schedatura si è arricchita l'indagine dei beni su cui è necessario intervenire con operazioni di restauro, già avviata dal P.T.C. e dal P.R.G. prima ancora.
Non si tratta certo di un'operazione esauriente, tenuto conto dell'altissimo numero dei beni esistenti sul territorio aretino e dell'ampiezza di esso.
Basti pensare che avrebbero dovuto essere oggetto d'indagine tutte le previsioni A1, T1,e T2 del P.R.G. e non solo queste e che solo per l'edilizia minore di interesse storico, culturale ed ambientale ( T2 ) trattasi di circa 650 elementi da verificare al fine di attualizzare le previsioni del piano vigente.
Tuttavia si è impostata un'indagine complessiva, supportata da una battuta completa anche se generale su tutto il territorio, in modo da fornire un quadro di riferimento sistematico e strutturato della situazione dei beni architettonici ambientali e paesistici del territorio, articolato in sistemi ambientali, integrando le schedature del P.T.C. riferite solo ad alcune categorie di beni, ville e aggregati con la schedatura degli elementi più significativi riferiti alle altre categorie.
Si è fornito in questo modo una campionatura dei beni rispetto alle varie situazioni ambientali e gli elementi di approfondimento per affrontare l'argomento della tutela e del restauro all'interno del P.R.G. e uno strumento di lavoro che anche se non esauriente, nel senso che non comprende una schedatura a tappeto di tutto il patrimonio esistente, costituisce un quadro completo della situazione, aperto e facilmente integrabile fino a qualsiasi livello di approfondimento, anche in riferimento alle due distinte fasi introdotte dalle L.R. 5/95 per la definizione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico.