Quadro storico: i Piani Regolatori dal 1867 al 1965

Piano Regolatore del 1867

Approvato il 9.2.1867 a firma dell'ing. Laschi, cui viene affidato anche il progetto per la Stazione Ferroviaria. Il piano è incentrato sulla definizione delle modiche urbanistiche conseguenti la realizzazione della nuova ferrovia e la costruzione della Stazione Ferroviaria. In particolare quindi tutto il settore sud occidentale della città murata (da Porta S.Clemente a Porta Nuova). "Ai primi del novecento erano realizzati soltanto la Via e la Piazza Guido Monaco e dopo 60 anni l'asse via Petrarca - via Roma - via Crispi".1

Piano Regolatore del 1893

Redatto dall'ing. Umberto Tavanti Nuovo Piano redatto in modo principale a seguito della necessità di risanare il quartiere di S.Spirito e di predisporre nuove aree di espansione data la saturazione di quelle individuate dal precedente Piano nella zona meridionale della città. Il Piano non sarà formalmente approvato, ma "nelle sue linee generali, l'espansione disegnata dal Tavanti costituirà il cardine dello sviluppo della città del primo Novecento."2 Concorso per "un piano regolatore ed ampliamento della città" nel 1929. Viene vinto dal Gruppo Urbanisti di Roma3 di cui faceva parte Pierluigi Piccinato. Affronta prevalentemente il tema del superamento della barriera tra città murata e nuove zone di espansione a sud rappresentata dal tracciato ferroviario per il quale propone l'abbassamento del piano del ferro. "Le ipotesi di progetto previste nel piano vincitore non saranno mai prese in esame dalla Pubblica Amministrazione, tanto è che già nel 1930, il Podestà decide di affidare ad una speciale Commissione l'incarico di rivedere il Piano Regolatore".4

Piano Regolatore del 1935

Approvato con Deliberazione Podestarile il 22 aprile del 1935 e redatto dall'ingegnere Donato Bizzelli, il Piano generale di massima , regolatore edilizio e di ampliamento prevede nuove aree di espansione oltre la cinta muraria (tra via Baldaccio d'Anghiari e la Casentinese e via Trento Trieste e l'area Sacfem) e consistenti demolizioni nel centro antico: parti della cinta medicea ed alcuni Bastioni. "Il Piano non è stato (definitivamente) approvato, ma la permanenza del progettista all'Ufficio Tecnico Comunale, ha consentito che alcuni degli interventi previsti fossero realizzati singolarmente".5

Piano Regolatore Generale del 1953

Adottato il 23 giugno 1953 e redatto, ai sensi della nuova legge urbanistica n.1150 del '42 dall'ingegnere Cassi, e dagli architetti Cetica e Mercantini i quali avevano già firmato il Piano di Ricostruzione della città adottato dal Comune nel 1946 ed approvato dal Ministero Lavori Pubblici nel 1948. Nella fase di ricostruzione post-bellica "esso affronta principalmente i temi legati alla viabilità ed alle penetrazioni in città con l'obiettivo di ritrovare adeguati collegamenti tra la parte antica della città e le nuove espressioni urbane al di sotto della ferrovia".6 dottato nel '53 il piano verrà considerato carente dal Ministero dei LL.PP e perciò mai approvato e "rinviato al Comune affinché provveda ad un nuovo studio."7

Piano Regolatore Generale del 1959

A firma degli stessi progettisti del precedente Piano è redatto allo scopo di predisporre un nuovo studio conseguente al parere negativo del Ministero sul Piano adottato nel 1953. Questo nuovo Piano ci offre però "l'immagine di una città praticamente rattrappita intorno al proprio centro storico, sottoposta ad una pericolosa espansione a macchia d'olio e a masse compatte".8
Il Prg non avrà seguito sul piano procedurale.

Piano Regolatore Generale del 1962

Adottato il 18 giugno 1962 e redatto da Pierluigi Piccinato. Ridisegna il sistema viario di accesso ed attraversamento della città individuando un nuovo asse viario cui assegna il compito di raccordare i nodi stradali e gli sviluppi meridionali con quelli settentrionali e con le industrie, istituendo una gerarchia più consona rispetto agli assi stradali di penetrazione al centro antico. Definisce inoltre un nuovo sistema di sottopassi e sovrappassi della linea ferroviaria allo scopo di mitigare la barriera tra la periferia sud e la zona nord della città murata e delle zone di espansione meno recenti. Causa principalmente le dimissioni del Sindaco e la caduta della Giunta Comunale, il Piano non venne mai inviato al Ministero per la definitiva approvazione, ma "rappresentò ugualmente uno strumento urbanistico capace di proporre una nuova e chiara strutturazione della città e del territorio circostante, imponendosi in termini di confronto per gli stessi progetti futuri."9

Piano Regolatore Generale del 1965

Adottato il 2 luglio 1965 ed approvato il 13 ottobre 1969 redatto dall'ingegnere Ceccherelli e dagli architetti Niccolai e Venturini, con la collaborazione della ripartizione urbanistica del Comune. È un piano "correttivo" del precedente, del quale si rileva lo scarso approfondimento del tema dello sviluppo delle aree non urbanizzate. Il Piano rileva di conseguenza la necessità di correggere le tendenze di crescita della città e di spopolamento della campagna. Individua conseguentemente tre principali direttrici di sviluppo: la direttrice sud da Olmo a il Matto, Puliciano, Vitiano, Rigutino, Frassineto; la direttrice ovest, Chiani, Ruscello, Poggiola, Battifolle; la direttrice nord, Ceciliano, Giovi. Il piano si caratterizza anche per la riduzione degli indici previsti dal prg precedente che a sua volta, in maniera anche più incisiva, aveva operato una riduzione di quelli previsti dal piano del 1959. "Si tratta naturalmente di un Piano fatto per lo sviluppo, caratterizzato da una fase in cui gran parte della città doveva essere costruita".10

Note

  1. Arezzo tra passato e futuro... op. cit., scheda n.1.
  2. Giuseppe Centauro, L'evoluzione moderna della città di Arezzo tra reale e virtuale. Excursus tra i piani urbanistici e progetti realizzati e non per orientarsi nella città futura, in Arezzo tra passato e futuro... op. cit., p. 24.
  3. Composto dagli architetti Cancellotti, Fuselli, Lenzi, Montuori, Nicolosi, Piccinato, Scalpelli e Valle.
  4. Arezzo tra passato e futuro... op. cit., scheda n. 14.
  5. Ibid., scheda n.15.
  6. Ibid., scheda n.24
  7. Ibid.
  8. Franco Lani e Carla Nassini, Trasformazioni e pianicazione... op. cit., p. 69
  9. Ibid., p. 70
  10. Gregotti Associati, Quaderno di Arezzo 1... op. cit., p. 34