Avvio del procedimento del Piano Strutturale e del Piano Operativo

Verso la Nuova Pianificazione della Città

L’amministrazione Ghinelli è "operativa": via libera della Giunta ai nuovi strumenti di pianificazione territoriale. Adottato anche il Pums.

Piano Strutturale e Piano Operativo Comunale. Sono i due strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica previsti dalla legge regionale 65/2014. E la Giunta comunale si dimostra fin da subito in linea con i dettami della legge regionale dando avvio, in tempi rapidissimi, al procedimento che dovrà portare, al termine di un percorso molto articolato e complesso, alla formazione della variante al Piano Strutturale e alla contestuale formazione del primo Piano Operativo Comunale.

L’aggiornamento del Piano Strutturale e la contestuale formazione del primo Piano Operativo, da portare avanti parallelamente in ragione del rapporto di diretta consequenzialità e reciproca integrazione, sono stati affidati lo scorso marzo a un gruppo di lavoro, vincitore di uno specifico bando di gara, con a capo l’architetto Sergio Dinale dello studio D:RH Architetti associati. Il gruppo di lavoro, composito e multidisciplinare, con urbanisti, architetti, geologi, esperti in mobilità e infrastrutture, paesaggisti, ingegneri ed esperti di diritto amministrativo, ha in questi mesi predisposto tutta la documentazione necessaria per dare avvio al procedimento di formazione del variante al Piano Strutturale e del Nuovo Piano Operativo conformemente a quanto previsto dalla legge regionale.

Tra le varie proposte il gruppo di progettazione ha delineato una prima definizione di perimetro del territorio urbanizzato e sarà all’interno di quest’ultimo che andranno a insistere le principali previsioni di sviluppo urbanistico della città. I tempi previsti dell’iter di entrambi gli strumenti urbanistici sono i seguenti: adozione da parte Consiglio Comunale a maggio 2019 ed entro l’anno o entro i primissimi mesi del 2020 approvazione definitiva sempre del Consiglio Comunale.

Il sindaco Alessandro Ghinelli, "Viene da domandarsi, quando si parla di una città bella come Arezzo, già ricca di risorse, cosa può essere fatto di ulteriore? Rispondo: correttivi limitati e significativi. È la filosofia dei piani che stiamo elaborando: Arezzo necessita di poche indicazioni senza cadere nella cosiddetta sindrome da ipercomando, quella che prende ai primi atterraggi coloro che stanno acquisendo il brevetto da pilota aeronautico e che toccano in continuazione i comandi dell’aereo. Temi portanti: recupero dell’esistente, pianificazione territoriale come motore di innovazione e Arezzo città attrattiva da un punto di vista abitativo, imprenditoriale, turistico".

La Giunta, oltre all’avvio dell'iter degli strumenti urbanistici, ha approvato il piano urbano per la mobilità sostenibile (PUMS) e lo ha fatto rendendolo subito compatibile con le future previsioni di piano strutturale e piano operativo. "Crediamo infatti in un rapporto di diretta consequenzialità e di reciproca integrazione fra questi" – ha specificato ancora il sindaco Alessandro Ghinelli.

"Dunque – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica Marco Sacchetti – parliamo per la prima volta nella nostra storia di un’urbanistica in riduzione e non in espansione, in termini di consumo di suolo. Questa impostazione consentirà di sviluppare politiche di riqualificazione e rigenerazione del tessuto urbano nonché di salvaguardia del territorio rurale. Tutto ciò è da una parte in congruenza con i dettami della legge urbanistica regionale ma dell’altra ce lo suggeriscono i numeri derivanti dall’analisi demografica: Arezzo tende infatti a decrescere come numero di abitanti per cui non si ravvedono per il prossimo futuro necessità di consumo di nuovo suolo fuori dal perimetro del territorio urbanizzato per la residenza considerato anche il tasso di inutilizzo del patrimonio immobiliare esistente. Questo piano vorrebbe invertire il trend, rendendo Arezzo più attraente sia come luogo in cui vivere ma anche investire. Continueremo a confrontarci con la città nelle successive fasi di elaborazione dei nuovi strumenti di pianificazione partendo comunque da un punto fermo ovvero quanto sino a oggi elaborato".

E il punto fermo lo spiega l’architetto Sergio Dinale: "proponiamo una prima ipotesi di perimetro urbanizzato e per delinearlo siamo partiti da alcune considerazioni preliminari: la prima, già accennata, è quello della decrescita della popolazione. La seconda è che la città sta invecchiando. La terza è che è sottoutilizzata, urbanisticamente e da un punto di vista edilizio. Poi, se ne individuano a volte con difficoltà i confini, specie verso sud, e occorre di conseguenza rispettare la condizione insediativa originale e superare le visioni frammentarie che in passato sono prevalse. Un altro punto da cui siamo partiti, infine, è stato che è una città in cui è difficile individuare un punto certo di orientamento: renderla leggibile significa renderla anche più sicura".

(D.G.C. 408/2018)