Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Articolo 87 Ambito V5.1: verde territoriale

1. L'ambito è strutturato da un'insieme di parchi territoriali liberi attrezzati con impianti a carattere estensivo, comprendenti parti di territorio agricolo o di bosco o di ambiti fluviali e connotati dalla permanenza dei caratteri storici dei luoghi e dei loro usi e/o dalla qualità delle presenze vegetazionali e di specchi d'acqua nei quali è possibile, compatibilmente con i caratteri fisico-ambientali e storici e con gli usi esistenti, svolgere anche attività di tempo libero; i parchi territoriali liberi sono suddivisi in 4 tipi:

  1. a. parchi olivetati (Castelsecco - S. Cornelio): parti del territorio agricolo localizzate prevalentemente lungo le pendici collinari terrazzate che circondano la città di Arezzo;
  2. b. parchi bosco (area protetta ANPIL - Bosco di Sargiano, parco comunale di Lignano, complesso demaniale Alpe di Poti) aree prevalentemente boscate e pubbliche dislocate sulle parti montane e collinari; il piano strutturale recepisce i piani di gestione approvati dalle Amministrazioni competenti, nello specifico: per il complesso demaniale Alpe di Poti, gestito dal comune di Arezzo, con delibera di Giunta Regionale nº 487 del 26/5/2003; per il Bosco di Sargiano delibera della giunta comunale del 26/11/2001; per il parco comunale di Lignano, delibera della Giunta Comunale dell'8/02/2000; le aree ANPIL suddette sono escluse dall'ambito di applicazione della L.R. 64/95, ai sensi del comma 5 dell'art.23 del P.I.T.
  3. c. parchi agricoli (Parco del Molin Bianco): porzioni di territorio agricolo interne o limitrofe alla città, connotate da sistemi insediativi antichi, dove sono ancora riconoscibili le regole degli appoderamenti, le trame delle acque e dei coltivi e le relazioni spaziali con i manufatti storici;
  4. d. parchi fluviali (Riserva naturale di Ponte a Buriano - SIC -, Chiusa dei Monaci): parti di corridoi fluviali connotati da una correlazione di più caratteri - storici, naturalistico-ambientali e paesistici - unitamente a diversi fattori (accessibilità, unicità e fattibilità).

2. Per i parchi olivetati il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare e prevedere interventi orientati al mantenimento ed al recupero dei caratteri strutturanti (muri, ciglionature, opere di canalizzazione) e agricoli (impianto arboreo, filari e vegetazione isolata di segnalazione) in funzione della gestione e manutenzione del patrimonio arboreo.

3. In particolare il Regolamento Urbanistico dovrà stabilire:

  • la creazione di prati di gioco, campi polivalenti per il gioco e lo sport, campi bocce scoperti, gioco bambini percorsi pedonali e ciclabili sterrati (preferibilmente su tracciati rurali preesistenti), aree attrezzate per il gioco, servizi ricettivi, igienici e tecnici (preferibilmente da localizzare in manufatti ed edifici rurali non più utilizzati a scopi agricoli);
  • interventi da operare sulla vegetazione esplicitando l'impianto di specie arboree ed arbustive con funzione di segnalazione degli accessi, dei punti di snodo e di servizio del parco (senza alterare le trame dei coltivi arborati), la recinzione con arbusti e siepi del parco e di alcuni spazi riservati alla sosta e al riposo.

4. Per i parchi agricoli il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare e prevedere interventi orientati al mantenimento ed al miglioramento delle attività agricole presenti, alla creazione di un sistema di fruizione per il tempo libero strutturato su percorsi esistenti ed al recupero dei manufatti e degli edifici storici degradati o non più utilizzati a fini agricoli.

5. In particolare il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere:

  • indirizzi colturali orientati al mantenimento e al miglioramento degli assetti tradizionali esistenti;
  • prescrizioni di salvaguardia per gli impianti agricoli e vegetazionali di tipo legnoso (olivi, viti, alberi da frutto, alberi a sostegno delle colture, alberature lungo i fossi e canali di scolo, alberature di segnalazione e frangivento);
  • compiti per il conduttore del fondo relativamente al mantenimento dei fossi, della rete minore di drenaggio delle acque, delle alberature di sponda ed al ripristino di quelle mancanti;
  • regolamentazione delle attività quali il transito, la sosta, il gioco libero ecc.

6. Per la riserva naturale di Ponte a Buriano e Penna si prescrive l'adeguamento al regolamento della Riserva Naturale approvata con delibera del Consiglio Provinciale n.79 del 26/06/2003; la riserva è esclusa dall'ambito di applicazione della L.R. 64/95, ai sensi del comma 5 dell'art.23 del P.I.T.

7. Per il Parco Fluviale Chiusa dei Monaci, la cui caratterizzazione principale è data dalla presenza di imponenti manufatti architettonici realizzati per la regimazione delle acque del canale Maestro, il Piano Strutturale individua la Provincia di Arezzo come ente gestore il quale dovrà, attraverso un Piano di gestione definire anche:

  • la salvaguardia dell'intero ambito di valore storico, testimonianza della bonifica realizzata dai Lorena, di cui permangono numerosi complessi rurali, opere per la regimazione idraulica, ponti e percorsi;
  • la disciplina specifica degli interventi relativi ai manufatti, alle opere architettoniche legate alle acque, alle opere idrauliche, alla regimazione delle acque, alle sistemazione idrogeologiche, agli impianti vegetali, alla sistemazione degli spazi aperti;
  • la disciplina relativa alla destinazione delle aree, degli edifici e dei manufatti, nonché le funzioni compatibili;
  • la regolamentazione degli interventi manutentivi (ordinari e straordinari);
  • le forme di gestione e di attuazione del Parco.