Norme tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 26 Morfotipo dei tessuti urbani a prevalente funzione residenziale e mista

Morfotipo T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi

Descrizione e individuazione

Tessuto di matrice storica otto-novecentesca, a densità medio/alta, formatosi fuori dalle mura del centro storico a sud della ferrovia sul reticolo delle vie Colombo, Vittorio Veneto, Trasimeno, Arno, Kennedy e lungo gli assi in uscita, di relazione territoriale come Via Porta, Via Perennio (Fiorentina), Via Della Chimera (Setteponti), Via Trento e Trieste (Anconetana).
Gli isolati sono edificati lungo il perimetro, chiusi o semichiusi, e presentano una cortina edilizia prevalentemente continua, direttamente affacciata e allineata sul fronte stradale, con impianto prevalente a corte e funzioni commerciali e servizi frontestrada.

Obiettivi e direttive

  • - Tutelare la struttura ad isolati, chiusi o semichiusi, incrementando nel contempo la dotazione e la qualità dei servizi, della rete di spazi pubblici e del verde urbano
  • - Evitare la saturazione delle corti interne con interventi di nuova edificazione
  • - Evitare l’inserimento di architetture contemporanee fuori scala e monofunzionali
  • - Mantenere e creare dei i varchi nella cortine edilizia per favorire l’utilizzo pubblico e semipubblico delle corti interne creando una rete continua di spazi fruibili (percorsi ciclo-pedonali, piazze, giardini, orti urbani, ecc.)
  • - Progettare la “rete degli spazi pubblici”, in connessione ai servizi a scala di quartiere localizzati ai piani terra degli edifici, prevedendo la trasformazione delle aree aperte presenti (marciapiedi, slarghi, parcheggi, ecc) in occasioni per incrementare la dotazione e la qualità della rete dello spazio pubblico e del tessuto connettivo ciclopedonale.

Morfotipo T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati

Descrizione e individuazione

Tessuto che caratterizza sia il nucleo capoluogo che i centri e le frazioni esterni, anche di piccole dimensioni; esso costituisce una modalità di espansione insediativa che si individua come tipica degli anni '50-'70 (ad. es. nel capoluogo si ritrovano come "seconda corona di espansione". Si tratta dei quartieri a est del centro e dell'area del Tribunale, attorno a Via Lazzeri, Via Occhini; parti del quartiere Dante, a sud; lungo la Fiorentina, a ovest, attorno alla parrocchia di S. Egidio all'Orciolaia; lungo via Tarlati...) ma che si ritrova anche in interventi più recenti e comunque quale forma di consolidamento dei centri urbani sparsi sul territorio aretino.
Gli isolati sono aperti, costituiti da edifici isolati su lotto, circondati da spazi di pertinenza privati e recintati nella maggior parte dei casi trattati a giardino. Le file di edifici su lotto disposti lungo le strade principali presentano talvolta spazi semi-privati, non recintati per consentire una relazione diretta edificio-strada (per presenza di negozi e locali di servizio e relativa possibilità di parcheggio).

Obiettivi e direttive

  • - Conferire dimensione urbana a partire dalla dotazione e dalla qualità dei servizi e della rete degli spazi pubblici
  • - Ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo dello spazio pubblico e del connettivo aumentandone la dotazione e la funzionalità
  • - Conferire dimensione urbana ai tessuti insediativi realizzando nuove centralità, recuperando l’edilizia e lo spazio pubblico
  • - Riqualificare i fronti urbani verso l’esterno definendo altresì un margine urbano-rurale capace di dare luogo a nuove relazioni con il territorio aperto.

Morfotipo T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali

Descrizione e individuazione

Questo tipo di tessuto è individuabile nel capoluogo a sud del centro, tra la circonvallazione ed i quartieri ad isolati chiusi e semichiusi vicino all'Ospedale, sul reticolo delle vie Colombo e Vittorio Veneto e in prossimità della circonvallazione e della sua parallela a ovest (vie Vico-F.lli Lebole-Caduti di Cefalonia e Corfù; inoltre a nordovest del centro, sulla via Setteponti (via Mochi) e ad est su via Campanacci.
Questo morfotipo si caratterizza per la densità variabile, l'organizzazione in isolati irregolari per forme e dimensioni, generalmente aperti e individuati da blocchi di diverse forme e geometrie affacciati su ampi spazi di pertinenza. Il rapporto tra edifici è strada è solitamente mediato da tali spazi di pertinenza che sono destinati a funzioni di servizio (accessi e corti) o caratterizzati come luoghi semipubblici tipo piazzette o più generalmente giardini.

Obiettivi e direttive

  • - Definire un disegno urbano compiuto, cercando di conferireal tessuto una nuova identità e centralità urbana dal punto di vista morfologico, funzionale e sociale
  • - Rileggere e riprogettare allineamenti, tracciati, relazioni con la strada e la rete degli spazi aperti
  • - Dotare i tessuti insediativi di servizi adeguati e attrezzature specialistiche, realizzando anche nuove centralità e aree attrezzate ad elevata specializzazione, accessibili dalla città e dallo spazio periurbano
  • - Recuperare la qualità dello spazio pubblico e dalle aree aperte degradate e/o dismesse, prevedendo anche interventi di demolizione e di densificazione edilizia, elevandone la qualità anche con progetti di efficienza e produzione energetica
  • - Ricostruire le relazioni con la città e con lo spazio aperto periurbano (agricolo o naturale)
  • - Dotare lo spazio periferico di servizi rari e attrezzature specialistiche e dotazioni alla scala di quartiere

Morfotipo T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata

Descrizione e individuazione

I tessuti TR4 si riconoscono per la presenza di un disegno unitario; essi sono esito di progetti che attraverso un disegno urbanistico hanno contribuito a caratterizzare e dare forma compiuta a vere e proprie parti di città, come il settore orientale e la definizione dei margini urbani verso la campagna attraverso il disegno del quartiere Giotto, del quartiere di via Perelli, lungo via Salmi oppure, a sud oltre la circonvallazione, del quartiere di via Alfieri.
Il morfotipo TR4 è quindi caratterizzato dalla riconoscibilità di un disegno urbano, delle geometrie e di come viene distribuita spazialmente la ripetizione dello stesso tipo edilizio o la composizione di diversi tipi, generalmente isolati su lotto ed arretrati dal fronte stradale per mediarne il rapporto con la strada.
In modo diverso, attraverso interventi di dimensioni molto più contenute e tipologie edilizie di minore dimensione e densità, ma sempre all'interno di un'idea di "disegno" dello spazio urbano, i tessuti TR4 sono stati utilizzati nella pianificazione aretina per strutturare il consolidamento dei piccoli centri e delle frazioni (Val di Chiana; assi radiali verso nord e verso ovest) sparsi nel territorio comunale.
Nei morfotipi TR4 quasi sempre gli spazi pubblici ed aperti presentano un grado di organizzazione adeguato a strutturare una rete; in molti casi vi è l'inserimento di edifici con funzioni pubbliche e servizi (scuole, attrezzature sportive, supermercato, ufficio postale).
Nei piccoli centri i TR4 tendono a valorizzare le preesistenze insediative dando forma alla struttura dello spazio pubblico e/o collettivo con nuove dotazioni.

Obiettivi e direttive

  • - Attivare progetti di rigenerazione urbana orientati a valorizzare e favorire la qualità e riconoscibilità dell’architettura contemporanea e la qualità degli spazi aperti urbani, congiuntamente alla realizzazione di nuove relazioni funzionali,ambientali e paesaggistiche tra il presente tessuto e i tessuti adiacenti, la città ed il territorio aperto
  • - Incentivare la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità ed attivare occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo (efficienza e produzione energetica, qualità dei fronti urbani)
  • - Costruire permeabilità tra città e campagna valorizzando e creando relazioni e rapporti di continuitàì spaziale, visuale e percettiva tra spazio aperto urbano e campagna periurbana (coni visivi e connessioni in chiave paesaggistica)
  • - Realizzare o recuperare aree attrezzate specializzate, accessibili dalla città e dallo spazio periurbano, conferendogli il ruolo di nuove centralità urbane
  • - Riprogettare il margine urbano con interventi di qualificazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, ridisegnare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, fasce alberate, orti , frutteti e giardini periurbani)]

Morfotipo T.R.6 Tessuto a tipologie miste

Descrizione e individuazione

Sono tessuti a densità variabile caratterizzati dalla compresenza di attività secondarie e terziarie, sia produttive e commerciali che direzionali, con attrezzature di interesse collettivo e quote di residenza. Sono situati nel capoluogo in prevalenza lungo le radiali occidentali in corrispondenza della circonvallazione e della parallela a ovest (vie- Vico - Fanfani - Caduti di Cefalonia e di Corfù),
Gli spazi pubblici in questi tessuti sono generalmente carenti, lo spazio aperto è a servizio delle attività produttive (depositi, piazzali, parcheggi), prevalgono una bassa qualità architettonica, la mancanza di relazioni fisiche e geometriche tra parti produttive e brani di tessuto residenziale, un'urbanizzazione caotica, l'assenza di spazi pubblici spesso limitati alle aree a parcheggio.

Obiettivi e direttive

  • - Attivare progetti di rigenerazione urbana, privilegiando interventi unitari complessi, capaci di incidere sulla forma urbana, indirizzandoli alla sostenibilità architettonica, sociale, energetica e ambientale, e connotandoli dal punto di vista dell’architettura e del disegno urbanistico complessivo.
  • - Incentivare la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità, privilegiando interventi unitari complessi
  • - Prevedere interventi di dismissione e sostituzione di edifici produttivi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali Attivare occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo
  • - Eliminare i fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico- Ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo dello spazio pubblico e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità
  • - Riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate)
  • - Favorire la depermeabilazzazione della superficie asfaltata
  • - Verificare ed attuare strategie di densificazione dei tessuti, prevedendo nel contempo interventi di ristrutturazione e demolizione degli edifici esistenti-Attuare strategie di rilocalizzazione della attività produttive incompatibili in aree dedicate alla produzione (APEA)

Art. 27 Morfotipo dei tessuti urbani o extraurbani a prevalente funzione residenziale e mista - frange periurbane e città diffusa

Morfotipo T.R.8 Tessuto lineare

Descrizione e individuazione

Il morfotipo TR8 è distribuita lungo tutta la maglia storica principale che radialmente collega il centro di Arezzo al suo contesto territoriale definendo sviluppi insediativi lineari di maggiore o minore consistenza e continuità a seconda che ci si riferisca alla viabilità del settore occidentale, meridionale, settentrionale, dove la continuità insediativa è più marcata, oppure di quello orientale, dove la morfologia del territorio ha limitato tali sviluppi lineari.

Si tratta di espansioni edilizie costituite perlopiù da edifici mono-bifamigliari e a schiera, dovute ad un processo di crescita incrementale per singoli lotti, sviluppato attorno ad una matrice di aggregazioni insediative storiche, spesso di pregio architettonico, strutturata e affacciata su una strada fondativa. Data la matrice storica presente, caratteristica dei TR8, sono stati classificati in questo morfotipo anche alcuni aggregati rurali storici riconosciuti dal PTCP aventi effettivo carattere di aggregazione insediativa (edifici raggruppati a formare un nucleo o un piccolo borgo), non sempre con medesima perimetrazione rispetto al PTCP essendo che quest'ultimo include anche aree inedificate (pertinenze di pregio) di ampie dimensioni all'interno dei perimetri.

Obiettivi e direttive

  • - Riqualificare le relazioni funzionali, visive e paesaggistiche tra città e campagna, prevedendo, anche per le edificazioni stradali esistenti, il mantenimento o l’apertura di varchi sul territorio aperto e ricostruendo una polarizzazione linearepolicentrica
  • - Identificare progetti di trasformazione a sostegno del sistema urbano policentrico, con interventi di addensamento dei nodi urbani con spazi pubblici, servizi e spazi intermodali e apertura di varchi di discontinuità nel tessuto lineare lungo strada utili a favorire la continuità paesaggistica ed ambientale
  • - Contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di edificazione lungo gli assi stradali e sui retri dell’edificato esistente
  • - Riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica per frenare i processi di dispersione insediativa, anche tramite l’istituzione di una “cintura verde” periurbana che renda permeabile il passaggio dalla città alla campagna
  • - Migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato.
  • - Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi dell’aperta campagna e con la città compatta
  • - Dotare lo spazio periferico di servizi e dotazioni alla scala di quartiere

Morfotipo T.R.9 Tessuto reticolare e diffuso

Descrizione e individuazione

I tessuti TR9 sono stati individuati laddove i tessuti lineari TR8 perdono il carattere di continuità che ne caratterizza la linearità per dar luogo invece ad una forma molto più rada (per questo assimilata a quelli che nell'abaco regionale sono riconosciuti come densificazioni dei filamenti residenziali in territorio rurale) costituita da edifici mono-bifamigliari, privi di affaccio sulla strada fondativa e inseriti in recinti verdi e spazi di pertinenza prevalentemente sistemati a verde.

Obiettivi e direttive

  • - Trasformare le urbanizzazioni diffuse in nuclei urbani policentrici. Riqualificare le relazioni funzionali, visive e paesaggistiche tra città e campagna, evitando ulteriori fenomeni di densificazione e saturazione edilizia degli spazi aperti interclusi.
  • - Selezionare aree di trasformazione dell’urbanizzazione dove è possibile progettare nuclei urbani densi, dotati di spazi pubblici e di servizi e delocalizzare e liberare varchi nei filamenti meno densi dell’urbanizzazione
  • - Contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di densificazione dei filamenti residenziali
  • - Riprogettare il “bordo del recinto urbanizzato” con azioni di qualificazione paesaggistica per frenare i processi di saturazione insediativa, anche tramite l’istituzione di parchi agricoli periurbani, attrezzando anche i grandi spazi aperti interclusi
  • - Migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato
  • - Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi dell’aperta campagna e con la città compatta
  • - Dotare lo spazio periferico di servizi e dotazioni alla scala di quartiere

Art. 28 Morfotipo extraurbani a prevalente funzione residenziale e mista

Morfotipo T.R.10 Campagna abitata

Descrizione e individuazione

Il morfotipo TR10 connota una modalità insediativa pervasiva nel territorio rurale di Arezzo dove la campagna è prevalentemente abitata, dove la funzione residenziale è promiscua a quella agricolo-produttiva ed anzi tende sempre più a caratterizzarsi come fenomeno di dispersione insediativa connesso al turismo o all'utilizzo nel tempo libero (seconde case).

Obiettivi e direttive

  • - Promuovere un progetto agro-urbano di qualità finalizzatoa valorizzare la “campagna abitata” come valore identitario e contesto di vita, mantenendo il carattere rurale e diffuso del tessuto edilizio e architettonico
  • - Promuovere progetti e politiche agro ambientali e multifunzionali per conservare il legame tra attività agricole e insediamento diffuso della campagna abitata e istituire strategie integrate tra pianificazione urbana e territoriale e programmi di sviluppo rurale
  • - Limitare fortemente la deruralizzazione degli edifici rurali storici, mantenendone l’unità funzionale con il fondo agricolo di pertinenza
  • - Conservare il carattere rurale dell’insediamento preservandone il modello insediativo e impiegando nei recuperi e nelle eventuali addizioni i materiali e le tipologie dei repertori della tradizione rurale
  • - Promuovere la conservazione, il recupero e il restauro dell’edilizia rurale monumentale e diffusa e distinguere le emergenze architettoniche come presidi e luoghi centrali per il territorio extraurbano; attenendosi per le trasformazioni dell’edilizia rurale storica ai criteri del restauro conservativo, conferendo qualità architettonica alle nuove trasformazioni
  • - Dare continuità e fruibilità ai tracciati storici extra-urbani
  • - Subordinare le trasformazioni edilizie ad interventi di ammodernamento delle aziende rurali e agrituristiche e al mantenimento delle pratiche agricole e dell’allevamento.

Morfotipo T.R.11 Campagna urbanizzata

Descrizione e individuazione

Sono i tessuti immersi in territorio agricolo con modalità insediative di tipo urbano, ma in assenza di spazi pubblici e servizi e con destinazione residenziale o produttivo-commerciale, direzionale, specialistica.
Sono stati riscontrati alcuni casi di questi interventi sparsi nel territorio, talvolta sorti per sostituire manufatti produttivi in zona impropria, talvolta secondo logiche fini a se stesse.

Obiettivi e direttive

  • - Bloccare la crescita del modello della campagna urbanizzata e riqualificare gli insediamenti discontinui verso una rete di piccoli centri urbani
  • - Arrestare il processo di dispersione insediativa, bloccandoil consumo di suolo agricolo
  • - Promuovere progetti di polarizzazione urbana (spazi pubblici servizi) nei nuclei urbani da densificare)
  • - Realizzare spazi pubblici e inserire servizi per la residenza nel rispetto dei caratteri compositivi e tecnologici della ruralità edilizia forme e materiali ecocompatibili con l’ambiente
  • - Provvedere alla conservazione, recupero e restauro dell’edilizia rurale monumentale e diffusa e recuperare la continuità, anche visiva e percettiva, dei tracciati storici extra-urbani

Morfotipo T.R.12 Piccoli agglomerati isolati extraurbani

Descrizione e individuazione

Agglomerati extraurbani di piccola dimensione, a carattere esclusivamente residenziale e di recente formazione, diffusi sul territorio e cresciuti in assenza di pianificazione, lotto per lotto. In alcuni casi costituiscono agglomerato anche piccole lottizzazioni sorte impropriamente e in modo isolato nella campagna aretina.

Obiettivi e direttive

  • - Bloccare questa forma di urbanizzazione nel tessuto ruralee riqualificare con dotazione di servizi i nuclei di urbanizzazione esistenti
  • - Arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo
  • - Dotare di spazi pubblici e servizi gli agglomerati residenziali esistenti nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità
  • - Sviluppare progetti di riqualificazione dei “margini urbani”, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna

Art. 29 Morfotipo della città produttiva e specialistica

Morfotipo T.P.S.1 Tessuto a proliferazione produttiva lineare

Descrizione e individuazione

Il morfotipo TR1 è connotato da funzioni produttive e commerciali localizzate in capannoni di medie e grandi dimensioni, secondo un processo anche per singoli lotti, lungo un'arteria stradale di scorrimento che funge da attrattore e svolge ruolo morfogenetico sia nella progressiva aggregazione che nelle geometrie insediative ed edilizie (orientamento degli affacci). É disposto lungo la via Pietro Calamandrei ed il raccordo autostradale, nel capoluogo, e su alcune radiali (la Casentina, la via Setteponti, la SR 71).

Obiettivi e direttive

  • - Riqualificare le strade-mercato e gli insediamenti produttivi lineari ricostruendo le relazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche tra il tessuto produttivo e il territorio aperto e tra il tessuto produttivo e la città Impedire nelle previsioni urbanistiche ulteriori processi di edificazione lungo le strade e i fiumi
  • - Progettare il margine con il territorio aperto prevedendo interventi di qualificazione paesistica Riutilizzare i capannoni dismessi per la riqualificazione urbanistica, ambientale e architettonica
  • - Provvedere alla messa in sicurezza della viabilità
  • - Attrezzare ecologicamente le aree produttivo-commerciali-direzionali (APEA)
  • - Trasformare le aree produttive in occasioni per sperimentare strategie di ecosostenibilità e produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico, minieolico, biomasse, minidraulico, rifiuti di lavorazioni, ecc.)

Morfotipo T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive - commerciali - direzionali

Descrizione e individuazione

Il tessuto è localizzato solitamente in aree strategiche rispetto alla rete infrastrutturale (svincoli, raccordi, nodi di scambio intermodale) ed è caratterizzato da maglie stradali strutturate su un reticolo geometrico, posto spesso in netta discontinuità con il contesto all'intorno (tessuto urbano o territorio rurale che esso sia). Talvolta il tessuto TPS2 ingloba porzioni di tessuto residenziale con le quali non ha alcun tipo di relazione.
Piattaforme produttive che costituiscono i tessuti TPS2 sono individuati nel capoluogo lungo la circonvallazione e la parallela via Vico; vi sono poi le placche produttive dei centri esterni come San Zeno, Ceciliano, Quarata.

Obiettivi e direttive

  • - Riqualificare le piattaforme produttive ricostruendo le relazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche tra il tessuto produttivo, il territorio aperto e la città
  • - Prevedere piani e interventi di inserimento paesaggistico (ridisegno dei margini, schermature, barriere antirumore, ecc) e progettare il margine con il territorio aperto prevedendo interventi di mitigazione paesistica
  • - Attrezzare ecologicamente le aree produttivo-commerciali-direzionali (APEA) e riqualificare lo spazio aperto interno al tessuto produttivo
  • - Rilocalizzare nelle APEA i capannoni sparsi nel tessuto rurale (TR11) e configgenti con i parchi agricoli e fluviali
  • - Trasformare le aree produttive in occasioni per sperimentare strategie di ecosostenibilità e produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico, minieolico, biomasse, minidraulico, rifiuti di lavorazioni, ecc)

Morfotipo T.P.S.3 Insule specializzate

Descrizione e individuazione

Il morfotipo TPS3 si alterna nella prima corona di espansione del centro, all'interno della circonvallazione e sul margine orientale, in "insule" occupate dalle principali attrezzature urbane che sono state cos&igrave suddivise in sottotipi funzionali:

  • - TPS3.1: servizi scolastici di grande interesse, palasport, oratori e servizi connessi alla parrocchia;
  • - TPS3.2 complesso dell'Ospedale San Donato;
  • - TPS3.3 impianti sportivi scoperti, cittadella dello sport, parchi e giardini di rilievo;
  • - TPS3.4 aeroporto Molin Bianco.

Obiettivi e direttive

  • - Integrare i tessuti nei contesti urbani e rurali/naturali con interventi di inserimento e mitigazione paesaggistica

Per le strutture esistenti:

  • - Creare relazioni con il contesto urbano di riferimento (Riqualificare gli accessi alla città....)
  • - Progettare il margine con il territorio aperto prevedendo varchi e visuali (ridisegno dei margini, schermature, barriere visive e antirumore, ecc)
  • - Mascherare con vegetazione idonea i margini e curare paesaggisticamente il rapporto visivo con il contesto
  • - Incrementare la superficie a verde disimpermeabilizzando il suolo soprattutto in corrispondenza delle aree parcheggio e degli altri spazi aperti
  • - Sfruttare le superfici pavimentate e le coperture di edifici, tettoie, ecc per la produzione di energie alternative

Per le future strutture:

  • - Inserire nelle VAS indicatori di valutazione paesaggistica
  • - Tenere conto delle dinamiche funzionali delle diverse strutture specialistiche nel dimensionamento e localizzazione degli interventi.