Norme tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 18 Inquadramento ecosistemico e morfologico del territorio comunale

1. Identifica gli elementi costituenti la rete ecologica del territorio comunale di Arezzo. Per ogni morfotipo ecosistemico dell'Invariante II "I caratteri ecosistemici del paesaggio" riconosciuto all'interno dell'ambito sono descritte le caratteristiche identificabili su piccola scala e la loro distribuzione nel territorio.

2. Le unità ambientali costituenti il morfotipo sono state ripartite nelle categorie di elementi strutturali o funzionali della rete, in coerenza con il ruolo ecologico ricoperto dalle stesse alla scala locale o sovralocale.

3. L'insieme dei morfotipi e degli elementi strutturali e funzionali connessi agli stessi forniscono la definizione della rete ecologica del settore.

Art. 19 Morfotipo II.1 Ecosistemi forestali

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.1.a - Nodo forestale primario: Nel territorio comunale sono rappresentati da boschi di latifoglie mesofile, prevalentemente cerrete e castagneti, o a prevalenza di conifere in stadio di maturità (nel caso di impianti artificiali), con presenza locale di latifoglie caduche termofile. Possiedono una elevata continuità territoriale e una elevata concentrazione di specie floristiche e faunistiche tipiche dei sistemi forestali in buono stato evolutivo e di conservazione. Da un punto di vista fitosociologico le coperture vegetali caratterizzanti il nodo forestale primario sono riconducibili prevalentemente al Melico uniflorae-Quercetum cerris, all'Erico arboreae-Quercetum cerris, al Crataego-Quercion cerridis e al Lonicero-Quercetum pubescentis. Nel territorio comunale sono riconoscibili nel settore orientale.
  • - II.1.b - Nodo forestale secondario: Sono rappresentati a livello fitosociologico dai medesimi syntaxa caratterizzanti i nodi forestali primari; si differenziano per una struttura più aperta e frammentata e per le estensioni maggiormente limitate. Nel territorio comunale sono riconoscibili nel settore centrale.
  • - II.1.c - Nuclei di connessione ed elementi forestali isolati: Si tratta di elementi nucleici residuali forestali attribuibili per tipologia floristica, vegetazionale, fitosociologia e faunistica ospitata ai nodi forestali primari e secondari ma con inferiore qualità ecologica generale dovuta anche alle azioni di rimaneggiamento delle proprie superfici. Non presentano estensioni omogenee e rappresentano elementi connettivi o "ponti di connettività" verso i nodi a qualità ecologica superiore. Nel territorio comunale possiedono una distribuzione frammentaria e isolata; sono riconoscibili nel settore centro-meridionale e centro-settentrionale.
  • - II.1.d - Matrice forestale ad elevata connettività: E' costituita da boschi termofili di latifoglie caduche o sempreverdi in formazioni continue o frammentari con elevata densità dell'ecomosaico. Possiedono valori ecologici intermedi. Rappresentano la categoria dominante in cui sono inseriti i nodi primari e secondari. Nel territorio comunale tale matrice è rappresentata in via prevalente da boschi di leccio e roverella, con locali mosaici con altre querce caducifiglie, e in stato variabile di struttura, maturità e copertura; da un punto di vista fitosociologico tali formazioni si inquadrano prevalentemente nella Quercetalia ilicis e nel Lonicero-Quercion pubescentis, in locale mosaico con le formazioni del Melico uniflorae-Quercetum cerris e dell'Erico arboreae-Quercetum cerris. Nel territorio comunale è uno degli elementi strutturali a maggiore diffusione, e risulta essere presente in maniera comune su tutte le superfici forestate; nella matrice possono essere incluse superfici agricole, attive o abbandonate, e sporadici manufatti che concorrono al ruolo ecosistemico dell'elemento.
  • - II.1.e - Corridoio ripariale: Sono tratti di reticolo idrografico interessati dalla presenza di formazioni ripariali arboree e/o basso-alto-arbustive ad elevata idoneità per specie faunistiche e floristiche. Nel caso di attraversamento di nodi primari i corridoi fluviali sono inglobati in essi nel caso in cui gli stessi siano funzionali al nodo. Da un punto di vista fitosociologico si osserva come sono funzionali al ruolo di connessione ecologica tutte le fitocenosi diffuse nel settore, purché si sviluppino in ambito ripario e con determinate caratteristiche strutturali e di continuità. Nel territorio comunale sono riconoscibili in prossimità dei corsi d'acqua principale, come il fiume Arno, il canale Maestro della Chiana o il Torrente Castro.

2. Elementi funzionali della rete

  • - II.1.f - Direttrici di connettività da riqualificare: Sono elementi che da un punto di vista ecologico sono riconducibili alle tipologie dei nodi primari, dei nodi secondari, dei corridoi ripariali e della matrice forestale ad elevata connettività che presentino un continuum spaziale, ecologico e strutturale, ma un grado di conservazione medio-basso derivante prevalentemente dallo sfruttamento del territorio per fini agricoli. In tale categoria non è importante l'estensione, ma il ruolo ecologico ricoperto, fondamentale nel mantenimento della connettività della regione biogeografica. Nel territorio comunale sono riconoscibili due direttrici di connettività da riqualificare nell'ambito della Valdichiana.
  • - II.1.g - Direttrici di connettività da ricostituire: Tale elemento funzionale della rete ecologica è riconducibile a livello tipologico alla categoria precedente, ma con un grado di antropizzazione elevato e un attuale livello di valore ecologico basso. Rappresentano potenziali corridoi ecologici e strategici settori di incremento della connettività ecologica. Nel territorio comunale è riconoscibile una direttrice di connettività da ricostituire nell'ambito della Valdichiana.
  • - II.1.h - Elementi da mantenere in corridoi ecologici: Rappresentano vie di passaggio preferenziale di connessione fra elementi forestali o agricoli ad idoneità faunistica elevata per taluni gruppi. Sono rappresentati prevalentemente da territori agricoli con presenza locale di elementi vegetazionali naturali, con frammentazione indotta da elementi urbani.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Tutela integrale di tutte le formazioni forestali, con particolare riferimento a quelle inserite all'interno delle aree della Rete Natura 2000 o ad altre aree soggette a tutela a livello locale o sovraordinato.
  2. 2. Miglioramento della qualità ecosistemica complessiva degli habitat forestali con particolare riferimento alle matrici forestali (caduche e/o sempreverdi) di collegamento tra nodi primari e secondari.
  3. 3. Mantenimento e miglioramento dei livelli di qualità ecologica e maturità dei nodi forestali primari e secondari.
  4. 4. Mantenimento/incremento delle superfici di habitat forestali planiziali, riducendo i fenomeni di frammentazione, realizzando interventi di rimboschimento con latifoglie autoctone e migliorando i livelli di permeabilità ecologica delle matrici agricole.
  5. 5. Mantenimento della superficie complessiva dei diversi habitat forestali relittuali e delle stazioni forestali "etero topiche".
  6. 6. Controllo della diffusione di specie aliene invasive nelle comunità vegetali forestali.
  7. 7. Riduzione/mitigazione dei danni da fitopatologie e da incendi estivi.
  8. 8. Miglioramento della gestione idraulica e della qualità delle acque nelle aree interessate da foreste planiziali e boschi ripariali.
  9. 9. Recupero delle attività selvicolturali al fine di mantenere le peculiarità locali (es. castagneti da frutto).
  10. 10. Miglioramento della continuità/qualità delle formazioni ripariali arboree, anche attraverso il miglioramento della compatibilità ambientale delle periodiche attività di pulizia delle sponde ed evitando le utilizzazioni forestali negli impluvi e lungo i corsi d'acqua.
  11. 11. Miglioramento delle connessioni ecologiche tra nuclei forestali isolati e le matrici/nodi forestali.
  12. 12. Tutela e valorizzazione attiva degli habitat forestali di interesse comunitario e/o regionale.
  13. 13. Tutela e valorizzazione dei servizi ecosistemici offerti dai paesaggi forestali.

Art. 20 Morfotipo II.2 Ecosistemi agro-pastorali

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.2.a - Nodo degli ecosistemi agro-pastorali: Sono rappresentati da ecosistemi agricoli montani tradizionali con attività agricole estensive a mosaico con aspetti pascolivi e prativi. Si riscontrano aree agricole di collina a prevalenza di oliveti terrazzati e non, colture promiscue e non intensive con presenza di aree naturali e semi-naturali e aree incolte. Sono ricompresi anche aree agricole collinari e aree agricole di pianura con scarsi livelli di edificazione. Nel territorio comunale sono riconoscibili nel settore centrale, in posizione mediana fra l'ambito agricolo di pianura e quello forestale.
  • - II.2.b - Matrice agro-ecosistemica collinare: Nel territorio comunale sono identificabili ecosistemi collinari a dominanza di seminativi e di monocolture cerealicole, con locali frammenti di vegetazione naturale e semi-naturale talvolta legata a ambienti ripari. Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore centrale e settentrionale.
  • - II.2.c - Matrice agro-ecosistemica di pianura: Tale matrice è rappresentata da pianure alluvionali con agro-ecosistemi a copertura continua, minimamente soggetti a fenomeni di urbanizzazione e infrastrutturazione. Si denota la prevalenza di seminativi e colture orticole e la presenza di una elevata densità del reticolo idrografico secondario. La vegetazione spontanea presente lungo i corsi d'acqua si intende inclusa nell'elemento, in quanto concorre alla funzionalità dello stesso. Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore settentrionale e meridionale.
  • - II.2.d - Matrice agro-ecosistemica di pianura urbanizzata: Sono identificabili pianure alluvionali con elevata frammentazione dell'agro-ecosistema a causa dell'urbanizzazione e dell'infrastrutturazione. Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore centrale.
  • - II.2.e - Agro-ecosistema frammentato attivo: Si tratta di agro-ecosistemi di piccole dimensioni, in stato di frammentarietà, ma con uso agricolo ancora prevalente, in condizioni di contatto locale o inglobanti coltivi abbandonati e aree a ricolonizzazione boschiva o arbustiva. Possono essere immersi in matrici forestali o di relittuali versanti agricoli. Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore orientale in superfici isolate.
  • - II.2.f - Agro-ecosistema intensivo: Nel settore sono presenti aree agricole interessate dalla presenza di vivai e serre, da vigneti occupanti estese porzioni territoriali e frutteti specializzati. Si denota una elevata antropizzazione generale del paesaggio. Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore centrale e settentrionale in superfici isolate e frammentarie.

2. Elementi funzionali della rete. Nel territorio comunale non sono riconoscibili elementi funzionali della rete appartenenti a tale morfotipo ecosistemico.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Mantenimento della qualità ecologica dei nodi degli agroecosistemi e conservazione attiva delle aree agricole ad alto valore naturale, con particolare riferimento a quelle inserite nella Rete Natura 2000 o in altre aree soggette a tutela a livello locale o sovraordinato.
  2. 2. Mantenere gli agroecosistemi di alto valore naturale favorendo, ove possibile, le attività zootecniche e un'agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio.
  3. 3. Riduzione dei tassi di consumo di suolo agricolo per urbanizzazione nelle pianure interne, tutela dei nodi agricoli di pianura e miglioramento della permeabilità ecologica delle matrici agricole di pianura, con particolare riferimento alle aree circostanti le importanti aree umide.
  4. 4. Miglioramento della permeabilità ecologica delle aree agricole non classificate come nodi anche attraverso la ricostituzione degli elementi vegetali lineari e puntuali (siepi, filari alberati, boschetti, alberi camporili) e la creazione di fasce tampone lungo gli impluvi.
  5. 5. Favorire il mantenimento e recupero delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante (terrazzamenti, ciglionamenti, ecc.).
  6. 6. Aumento dei livelli di sostenibilità ambientale delle attività agricole intensive (vivaismo, floricoltura in serra, vigneti e frutteti specializzati) e miglioramento delle connessioni tra nodi/matrici forestali.
  7. 7. Conservazione e valorizzazione dell'agrobiodiversità (razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale), elemento spesso in stretta connessione con la qualità del paesaggio agropastorale.
  8. 8. Conservazione degli agroecosistemi di pianura urbanizzata frammentati e a rischio di scomparsa, mediante il mantenimento e la ricostituzione dei livelli minimi di permeabilità ecologica, il recupero delle attività agricole e la riduzione dei processi di consumo di suolo.
  9. 9. Incremento della trasformazione delle attività agricole verso il biologico o comunque verso forme di agricoltura a elevata sostenibilità ambientale.

Art. 21 Morfotipo II.3 Ecosistemi palustri e fluviali

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.3.a - Zone umide: In tale Aree umide costiere, specchi idrici, lagune, stagni retrodunari salati o dulciacquicoli, laghi, canneti, salicornieti, vegetazione idrofitica, torbiere e prati umidi.

2. Elementi funzionali della rete.

  • - II.3.b - Corridoio fluviale: Si tratta di ecosistemi torrentizi di pianura, collinari e alto collinari, tratti di medio corso di fiumi ad alveo largo e acqua permanente con vegetazione spondale arborea, con alveo caratterizzato da terrazzi ghiaiosi, tratti di basso corso e tratti di foce. Tale elemento funzionale è diffuso su tutto il territorio comunale, entrando interazione con gli altri elementi strutturali e funzionali della rete.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Riduzione dei processi di frammentazione delle zone umide e di artificializzazione delle aree circostanti, evitando nuovi processi di urbanizzazione, di consumo e impermeabilizzazione del suolo, con particolare riferimento a quelle inserite nella Rete Natura 2000 o in altre aree soggette a tutela a livello locale o sovraordinato.
  2. 2. Miglioramento della qualità delle acque e riduzione delle pressioni ambientali e delle fonti di inquinamento di origine industriale, civile o agricola, situate nelle aree adiacenti o comunque confluenti nelle aree umide.
  3. 3. Mantenimento e/o incremento dell'attuale superficie degli habitat umidi; tutela degli habitat di interesse regionale e/o comunitario, delle fitocenosi e delle rare specie animali e vegetali palustri e lacustri.
  4. 4. Mantenimento/incremento delle aree con canneti e realizzazione di interventi di gestione e riqualificazione degli habitat palustri e lacustri.
  5. 5. Controllo/riduzione della presenza di specie aliene invasive.
  6. 6. Aumento della superficie interessata da boschi planiziali anche attraverso progetti di riforestazione mediante utilizzo di specie ed ecotipi forestali locali.
  7. 7. Tutela degli habitat di interesse regionale/comunitario e delle fitocenosi del repertorio naturalistico toscano.

Art. 22 Morfotipo II.4 Ecosistemi arbustivi e delle macchie

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.4.a - Aree boscate degradate o agroecosistema frammentato in abbandono con ricolonizzazione arborea/arbustiva: Sono costituiti da formazioni secondarie di degradazione della vegetazione forestale di latifoglie e di sclerofille, e da forme di ricolonizzazione in evoluzione dinamica che occupano superfici in territori agricoli in stato di abbandono o forte frammentazione. Nel territorio comunale sono riconoscibili nel settore orientale in superfici isolate.

2. Elementi funzionali della rete. Nel territorio comunale non sono riconoscibili elementi funzionali della rete appartenenti a tale morfotipo ecosistemico.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Mantenimento dell'attuale superficie degli habitat arbustivi, di brughiera e delle torbiere montane e miglioramento del loro stato di conservazione, anche attraverso l'aumento dei livelli di compatibilità delle attività turistiche, estrattive, delle infrastrutture e degli impianti eolici, con particolare riferimento alle aree inserite nella Rete Natura 2000 o in altre aree soggette a tutela a livello locale o sovraordinato.
  2. 2. Mantenimento dei processi di rinaturalizzazione e ricolonizzazione arbustiva e arborea di ex aree agricole in paesaggi caratterizzati da matrici agricole intensive (ad es. agroecosistemi frammentati arbustati all'interno della matrice agricola collinare).
  3. 3. Mantenimento degli arbusteti e dei mosaici di prati arbustati se attribuibili ad habitat di interesse comunitario o regionale.
  4. 4. Tutela degli habitat di interesse regionale/comunitario e delle fitocenosi del repertorio naturalistico toscano.
  5. 5. Mantenimento dei caratteristici mosaici di garighe e arbusteti spinosi delle montagne mediterranee.

Art. 23 Morfotipo II.5 Ecosistemi erbacei

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.5.a - Matrice ecosistemica erbacea: E' costituita da una matrice ambientale di connessione ecosistemica, con presenza di formazioni erbacee derivanti da forme di degrado delle coperture boschive e a macchia termofile e/o mesofile.Nel territorio comunale è riconoscibile nel settore orientale.

2. Elementi funzionali della rete. Nel territorio comunale non sono riconoscibili elementi funzionali della rete appartenenti a tale morfotipo ecosistemico.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Mantenimento dell'attuale superficie degli habitat prativi e miglioramento del loro stato di conservazione, anche attraverso l'aumento dei livelli di compatibilità delle attività turistiche, estrattive, delle infrastrutture e degli impianti eolici, con particolare riferimento alle aree inserite nella Rete Natura 2000 o in altre aree soggette a tutela a livello locale o sovraordinato.
  2. 2. Mantenimento dei processi di rinaturalizzazione e ricolonizzazione erbacea e arbustiva di ex aree agricole in paesaggi caratterizzati da matrici agricole intensive (ad es. agroecosistemi frammentati arbustati all'interno della matrice agricola collinare).
  3. 3. Mantenimento degli arbusteti e dei mosaici di prati arbustati se attribuibili ad habitat di interesse comunitario o regionale.
  4. 4. Tutela degli habitat di interesse regionale/comunitario e delle fitocenosi del repertorio naturalistico toscano.
  5. 5. Riduzione degli impatti sugli ecosistemi prativi e pascolivi montani legati a locali e intense attività antropiche (strutture turistiche, strade, cave, impianti eolici, etc.).
  6. 6. Mantenimento delle superfici dei pratelli annui e stangnetti temporanei in mosaico con la macchia mediterranea.

Art. 24 Morfotipo II.6 Ecosistemi urbani

1. Elementi strutturali della rete:

  • - II.6.a - Corridoio ripariale di inclusione ecologica: Settori inclusi nella matrice urbana o nel paesaggio periurbano che rappresentano corridoi di inclusione di specie faunistiche all'interno del sistema urbano (ad es. nella rete di parchi urbani). Nel territorio comunale si riconoscono taluni corsi d'acqua disposti con assetto a raggio rispetto al nucleo urbano con tale finalità ecosistemica.
  • - II.6.b - Micro-rete dei parchi urbani: I parchi e le aree verdi urbane come rete ad elevata idoneità faunistica per specie avifaunistiche adattatesi al contesto urbano.

2. Elementi funzionali della rete. Nel territorio comunale non sono riconoscibili elementi funzionali della rete appartenenti a tale morfotipo ecosistemico.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Mantenimento delle superfici ripariali costituenti corridoi di inclusione in ambito urbano.
  2. 2. Miglioramento dello stato qualitativo dei corridoi ripariali di inclusione urbana.
  3. 3. Incremento della connettività ecologica interna al nucleo urbano attraverso azioni di rinverdimento (realizzazione di filari alberati nei principali viali, etc.) tra i principali parchi cittadini.

Art. 25 Morfotipo II.7 Morfotipi diversificati

1. Elementi strutturali della rete. Nel territorio comunale non sono riconoscibili elementi strutturali della rete appartenenti a tale morfotipo ecosistemico.

2. Elementi funzionali della rete:

  • - II.7.a - Barriera infrastrutturale principale da mitigare: Si tratta di barriere infrastrutturali extra-urbane con effetto barriera o rottura della continuità ecosistemica. Nel territorio comunale sono riconoscibili nell'ambito della Valdichiana, in prossimità degli assi stradali/ferroviari maggiori che non presentano connettori quali passaggi sopraelevati, viadotti su corsi d'acqua, etc.
  • - II.7.a - Aree critiche per la funzionalità della rete: Aree critiche su scala regionale caratterizzate da pressioni antropiche o naturali legate a molteplici fattori, anche di origine cumulativa o relittuale. Nel territorio comunale è riconoscibile una area critica per i processi di artificializzazione.

3. Obiettivi e indicazioni per le azioni:

  1. 1. Mitigazione dell'effetto barriera operato dagli assi infrastrutturali sugli elementi della rete ecologica.
  2. 2. Valorizzazione e mantenimento/recupero dei livelli di biopermeabilità degli ecosistemi naturali o seminaturali situati in corrispondenza di gallerie o di altri elementi di interruzione dell'effetto barriera delle infrastrutture (viadotti, ecc.).
  3. 3. Incremento della diminuzione degli interventi in grado di aggravare le problematiche legate ad aree critiche per la connettività della rete.
  4. 4. Riqualificazione delle aree degradate e recupero dei valori naturalistici e di sufficienti livelli di permeabilità ecologica delle aree critiche per la connettività della rete.