Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Articolo 53 Geotopi

Nelle aree individuate nella Tav. C.4a: Tutele strategiche: paesistica e ambientale, geomorfologica e idrogeologica come geotopi il Piano Strutturale non prevede la localizzazione di interventi di nuova edificazione.

Per tali aree il Regolamento Urbanistico dovrà predisporre norme di tutela integrale che consentano il corretto decorso delle dinamiche naturali e che evitino manomissioni di qualsiasi natura (rimodellamenti, attività di escavazione, rimboschimenti, manufatti edilizi, ecc.)

Nelle aree di cui al comma 1 quando esse riguardano le aree urbanizzate così come definite al precedente art.17, il Regolamento Urbanistico potrà predisporre anche interventi di trasformazione, se non in contrasto con le disposizioni del presente titolo e tali da non compromettere gli eventuali caratteri geomorfologici presenti.

Articolo 54 Le aree di pertinenza fluviale

1. Nelle aree individuate nella Tav. C.4a: Tutele strategiche: paesistica e ambientale, geomorfologica e idrogeologica come aree di pertinenza fluviale ed in tutti i corsi d'acqua individuati nella Tav.B33 "Ambiti fluviali" il Regolamento Urbanistico oltre a definire le modalità per incentivare la delocalizzazione delle strutture presenti nella fascia di rispetto dei corsi d'acqua, ancorché condonate, al fine di garantire l'efficienza della rete idraulica, facilitare le operazioni del servizio di piena, di polizia idraulica, oltre che di protezione civile, dovrà predisporre norme di tutela che garantiscano i seguenti indirizzi:

  • Fasce di rispetto dei corsi d'acqua
    • istituire su ambedue le sponde di tutti i corsi d'acqua, fatte salve le vigenti disposizioni normative, una fascia di rispetto di larghezza minima pari a 10 ml. a partire dal piede esterno dell'argine o in mancanza di questo dal ciglio di sponda; questa fascia, oltre a garantire la conservazione delle funzioni biologiche dell'ecosistema ripariale, servirà ad assicurare la piena efficienza delle sponde e la funzionalità delle opere idrauliche, oltre a facilitare le operazioni di manutenzione delle stesse;
    • prevedere negli interventi di ripristino delle sponde la rinaturalizzazione degli alvei con l'eliminazione graduale delle pareti in cemento;
    • garantire la continuità della copertura vegetale al fine di aumentare l'ombreggiamento del corso idrico e quindi ridurre al minimo la proliferazione algale ed i conseguenti effetti dell'eutrofizzazione delle acque;
    • facilitare le operazioni del servizio di piena, di polizia idraulica, oltre che di protezione civile al fine di garantire l'efficienza della rete idraulica;
    • predisporre i seguenti divieti:
      • qualsiasi tipo di edificazione e consentire solamente interventi di sistemazione a verde con impiego esclusivo di specie ripariali autoctone, con percorsi pedonali e ciclabili, ma senza attrezzature;
      • ogni tipo di impianto tecnologico salvo le opere attinenti alla corretta regimazione dei corsi d'acqua, alla regolazione del deflusso di magra e di piena, alle derivazioni e alle captazioni per approvvigionamento idrico e per il trattamento delle acque reflue, nonche' per le opere necessarie all'attraversamento viario e funzionali alle pratiche agricole meccanizzate;
      • la coltivazione, anche nell'ambito di orti e la presenza di allevamenti animali;
      • i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo del terreno con la sola eccezione di quelli connessi ai progetti di recupero ambientale.
      • l'installazione di recinzioni o di qualsiasi altra struttura che ostacoli l'accesso al corso d'acqua e comunque il libero deflusso delle acque.
  • Canalizzazioni agricole
    • condizionare gli interventi che coinvolgono parti di terreno agricolo al mantenimento dell'efficienza delle canalizzazioni, provvedendo in ogni caso al ripristino della loro funzionalità là dove questa risulti essere stata manomessa dagli interventi precedenti;
    • vietare l'interruzione e/o l'impedimento, con la costruzione di rilevati, del deflusso superficiale dei fossi e dei canali nelle aree agricole senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate;
    • vietare la lavorazione del terreno a meno di 1,5 m da entrambe le sponde delle canalizzazioni agricole permanenti; prevedere che tali fasce siano regolarmente manutenute con sfalcio dai proprietari frontisti con il divieto di impiego di prodotti diserbanti e l'obbligo dell'asportazione del materiale di risulta ai fini dell'abbattimento dell'effetto eutrofico nelle acque, dei costi di risagomatura delle sponde e della perdita per erosione del suolo.
  • Attraversamento dei corsi d'acqua in elevazione
    • evitare, nella costruzione delle nuove strutture di attraversamento dei corsi d'acqua (le spalle e la trave portante dei ponti e/o delle passerelle), il restringimento della sezione dell'alveo assicurando il mantenimento di una luce libera di deflusso pari a quella posta a monte dell'attraversamento stesso;
    • prevedere che la base dell'impalcato sia sempre sviluppata ad una quota superiore di almeno 50 cm rispetto alle sommità arginali, onde consentire un agevole passaggio dei materiali flottanti in caso di piena.
  • Bacini di accumulo
    • predisporre che nelle nuove aree destinate ad attività industriali e artigianali e negli interventi di ampliamento, completamento e trasformazione di insediamenti industriali e artigianali, qualora la superficie coperta da realizzare sia superiore a 500 mq. le acque meteoriche intercettate dalle coperture siano recapitate in appositi bacini di accumulo temporaneo (vasche volano) evitando il convogliamento diretto in fognatura e/o la dispersione casuale nelle zone limitrofe;
  • Rilevati delle infrastrutture viarie
    • prevedere che i rilevati delle infrastrutture viarie siano provvisti di appositi manufatti di attraversamento monte-valle posti ad una distanza, riferita all'andamento generale della superficie topografica e alla pendenza dei terreni attraversati, tale da evitare accumuli e ristagni al piede degli stessi, al fine di ridurre al minimo l'impatto negativo sul deflusso delle acque superficiali;
  • Sottopassi e botti
    • prevedere che i sottopassi e le botti per l'attraversamento delle opere viarie garantiscano il mantenimento della sezione preesistente del corso d'acqua, evitandone restringimenti e che la sezione dell'alveo a valle dell'attraversamento risulti maggiore e/o uguale a quello di monte; allo scopo di mantenere la piena efficienza e funzionalità idraulica, questi manufatti dovranno essere dimensionati in maniera da garantire l'ispezionabilità e il facile svolgimento delle operazioni di manutenzione periodica.
  • Vegetazione ripariale
    • prevedere norme che consentano ed incentivino i seguenti interventi:
    • predisporre i seguenti divieti:

Articolo 55 Le aree di tutela idraulica

1. Nelle aree dove sono stati riscontrati fenomeni di difficoltoso drenaggio, il Piano Strutturale individua gli interventi necessari alla risoluzione del problema così come evidenziati nella Tav. C.04a Tutele strategiche: paesistica ambientale ed indicati come Canali ed aree di salvaguardia, Tratti di alveo da riprofilare o Situazioni puntuali.

2. In sede di Regolamento Urbanistico dovrà essere redatto specifico studio idrologico-idraulico finalizzato a verificare la fattibilità degli interventi; tali studi dovranno confermare i tracciati e le soluzioni proposte dal Piano Strutturale così come dettagliate per ogni singola area al successivo comma 3 o qualora non fosse verificata la fattibilità delle opere, ipotizzare soluzioni alternative che garantiscano comunque la risoluzione dei problemi evidenziati e dove possibile il recupero di aree permeabili e l'abbassamento dei tempi di corrivazione.

3. Tutti gli interventi inerenti il reticolo idraulico minore dovranno garantire un'efficacia almeno pari a quella posseduta dallo schema idraulico preesistente.

4. Per ciascuna delle seguenti aree il Piano Strutturale ha individuato i principali problemi presenti, gli interventi necessari alla loro risoluzione e le relative salvaguardie che resteranno in vigore fino alla realizzazione degli stessi interventi che dovranno essere attuati con le modalità di cui al comma precedente:

  • Area n. 1 - S. Giuliano: presenta un restringimento della sezione idraulica in corrispondenza del sottopasso della ferrovia Arezzo-Sinalunga; nell'area è presente una nuova lottizzazione posta a monte dell'area dell'asilo comunale, per tale contesto risulta necessaria la verifica delle condizioni di efficienza del reticolo idraulico precedenti alla realizzazione della lottizzazione; in tal senso non si dovranno diminuire i tempi di corrivazione né aumentare le portate a valle nel recettore finale (Fosso Vingone); si prevede l'adeguamento della sezione idraulica del fosso e comunque la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un by-pass che si sviluppa in destra idraulica del Fosso Vingone da monte dell'asilo fino a valle del sottopasso sulla ferrovia di cui è stata documentata l'inefficienza.
  • Area n. 2. - Cà dei Frati: per tale contesto è stata documentata l'inadeguatezza del tratto tombato posto in Loc. La Cavolaia oltre che un'area di difficile drenaggio posta nei pressi dell'aeroporto di Mulin Bianco; si prevede la ridefinizione del riassetto idraulico dei fossi e capofossi ed il collettamento delle acque verso il fosso di cui al punto successivo; si prevede inoltre la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che convogli le acque verso il Rio Sellina.
  • Area n. 3. - Confluenza Rio Sellina - Canale Maestro della Chiana: la botte presente sotto il raccordo autostradale nell'intersezione con il tracciato del Rio Sellina risulta al limite della capacità di smaltimento; si prevede la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che contribuisca allo smaltimento delle acque del Rio Sellina; gli interventi consentiti nell'area devono prevedere la non occupazione della fascia residua esistente tra gli edifici e la scarpata della strada.
  • Area n. 4. - S. Lazzaro: è documentata un'area di difficoltoso drenaggio in corrispondenza della porzione di territorio compresa tra la ferrovia Roma-Firenze e la superstrada Due Mari, si prevede la ridefinizione del riassetto idraulico dei fossi e capofossi ed il collettamento delle acque verso il fosso di cui al punto successivo; si prevede la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che convogli le acque verso il Rio Fissatone; i volumi agricoli presenti lungo i tracciati saranno beneficiati degli incentivi per la delocalizzazione.
  • Area n. 5. - La Sella: il sottopasso della superstrada dei Due Mari risulta al limite della capacità di smaltimento; si prevede l'adeguamento della sezione idraulica in fase di realizzazione della Superstrada dei due Mari.
  • Area n. 6. - Area La Madonna - Sellina: si prevede la ridefinizione del riassetto idraulico dei fossi e capofossi ed il collettamento delle acque verso il fosso che si sviluppa dalla Loc. Sellina in direzione di Casa Madonna, del quale dovrà essere adeguata la sezione idraulica; si prevede la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che convogli le acque verso il Rio Sellina nei pressi di Loc. Pont'Alto.
  • Area n. 7. - Intersezione Vingone - Via V.Veneto - viale Colombo: è presente all'interno dell'alveo un palo dell'Enel per il quale si prevede la delocalizzazione; a seguito degli interventi che si intendono realizzare per la riduzione del rischio idraulico (canale diversore) deve essere previsto l'adeguamento della sezione idraulica, pertanto gli edifici presenti sia in destra che in sinistra idraulica del tratto del torrente compreso tra Via Vittorio Veneto e Via Colombo non potranno prevedere nessun tipo di ampliamento o aumento di carico urbanistico; si prevede la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per l'adeguamento della sezione idraulica della botte presente sotto Viale Cristoforo Colombo.
  • Area n. 8. - Area La Catona - Tucciarello: il tratto tombato del rio Gavardello risulta sottodimensionato e la rete minore limitrofa inefficiente; si prevede la ridefinizione del riassetto idraulico dei fossi e dei capofossi ed il collettamento delle acque verso il rio Gavardello nel tratto immediatamente a monte di quello tombato; si prevede inoltre la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che rappresenterà il nuovo tracciato del rio Gavardello che convoglierà le acque provenienti dall'area a monte in un punto a valle del sedime occupato dall'edificio dell'istituto di Selvicoltura.
  • Area n. 9. - Ponte della parata: il tratto tombato del torrente Castro in questo punto risulta di sezione idraulica non adeguata; la realizzazione del canale diversore permetterà la soluzione del problema.
  • Area n. 10. - La Meridiana -Sono presenti due tratti tombati entrambi di sezione idraulica non adeguata (10a e 10b); in fase di realizzazione del canale diversore le sezioni di smaltimento dovranno essere adeguate anche in seguito alle maggiori nuove portate che implicherà il progetto.
  • Area n. 11. - Policiano: è stata documentata l'inadeguatezza della sezione idraulica del tratto urbano del Fosso di Policiano; si prevede la riprofilatura dell'alveo e la realizzazione di un'area da destinarsi all'inserimento di opere per la laminazione delle piene; si prevede inoltre, lungo il Fosso degli Oppi la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un canale che convogli le acque a valle di podere Toncato.
  • Area n. 12. - Frassineto: il tratto tombato del Rio di Rigutino presente da Casa Batoli fino a valle dell'abitato di Frassineto risulta di sezione non adeguata; si prevede il riassetto del reticolo minore e la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per la realizzazione di un nuovo canale che convogli le acque a valle dell'abitato di Frassineto.
  • Area n. 13. - Chiassa Superiore: è documentata l'inadeguatezza del Ponte lungo il Torrente Chiassa oltre che della sua sezione idraulica; si prevede la riprofilatura dell'alveo e la realizzazione di due aree di tutela in sinistra idraulica del torrente per la realizzazione di eventuali opere di laminazione.
  • Area n. 14. - Bagnoro: è stata documentata la difficoltà di drenaggio in sinistra idraulica del Torrente Vingone; la realizzazione di una lottizzazione in detta area ha portato ad un riassetto del reticolo idrografico minore e ad una nuova adeguata configurazione, pertanto si ritiene il problema risolto; lungo il Rio Valtina, sono presenti tre ponti tutti di sezione idraulica non adeguata; si prevede la risagomatura del Rio Valtina e la demolizione e ricostruzione come passerelle pedonali dei tre ponti, la modifica del tracciato viario in prossimità dell'abitato del Bagnoro e la realizzazione di una nuova viabilità per l'accesso alla Pieve del Bagnoro; in alternativa, si prevede la realizzazione di una fascia di tutela della larghezza di 30 m. per l'esecuzione di un nuovo canale che convogli le acque a valle dell'abitato di Bagnoro e si ricolleghi con il canale che si prevede di realizzare in Loc. Sellina di cui all'area n. 6.
  • Area n. 15 - Giovi - Ceccantino: è documentata l'inadeguatezza del sistema fognario; in sede di Regolamento Urbanistico dovrà essere verificata la possibilità di realizzare un canale a cielo aperto che sollevi il sistema fognario dalle portate meteoriche.
  • Area n. 16 - Borro di Covole: è documentata l'inadeguatezza della sezione idraulica nel tratto a monte della confluenza in Loc. Due Fiumi; si prevede l'adeguamento della sezione idraulica e la delocalizzazione di infrastrutture pubbliche (illuminazione pubblica) in destra della strada che si sviluppa in direzione dei Due Fiumi.
  • Area n. 17 - Confluenza Bicchierata - Castro: l'area di futura lottizzazione, nonché quella già edificata, presentano difficoltà di drenaggio ed il sistema fognario risulta al limite della capacità; l'area di laminazione prevista dal progetto di mitigazione del rischio dovrà essere mantenuta anche successivamente alla realizzazione del canale diversore, che convoglierà le acque del Castro e del Bicchierata nel Torrente Vingone.
  • Area n. 18 - Via Francesco Redi: è stata documentata l'inefficienza del reticolo idraulico minore per la quale si prevede una riconfigurazione che ne garantisca l'efficienza; si prevede inoltre la realizzazione di un'area in leggera depressione atta alla ricezione delle acque drenate dal reticolo minore ed al collettamento delle stesse quando il ricettore posto a lato del campo sportivo di Villa Severi è in grado di riceverle.
  • Area n. 19 - Rigutino: è stata documentata l'inadeguatezza della sezione idraulica del tratto urbano sia del Fosso di Rigutino che del Rio Grosso; si prevede la riprofilatura di entrambi gli alvei e la realizzazione di due aree da destinarsi all'inserimento di opere per la laminazione delle piene; si evidenzia inoltre la necessità di risolvere la situazione creatasi a monte dell'intersezione Rio di Rigutino - S.R. 71 per la presenza di un edificio realizzato sopra l'alveo del torrente.
  • Area n. 20 - Vitiano: è stata dimostrata l'inadeguatezza della sezione idraulica del Rio di Vitiano, si prevede pertanto la riprofilatura dell'alveo nel tratto compreso tra Valtrona e l'intersezione con la S.R. 71.

Articolo 56 Aree instabili

1. Nelle aree individuate nella Tav. B.31 La pericolosità geologica come aree instabili il Regolamento Urbanistico oltre a definire le modalità per incentivare la delocalizzazione delle attività abusive che interferiscono con il libero deflusso delle acque, creando situazioni di rischio, dovrà predisporre norme di tutela che garantiscano i seguenti indirizzi:

  • Stabilizzazione dei versanti collinari:
    • mantenere i terrazzamenti agrari nella loro piena efficienza mediante costanti ed opportune opere di manutenzione consistenti nel ripristino delle parti lesionate e nel mantenimento in efficienza delle opere di regimazione e drenaggio delle acque superficiali;
    • salvaguardare l'integrità del manto erboso nelle aree soggette a fenomeni erosivi e rischio franoso e con essa la fertilità naturale dei suoli applicando corretti carichi animali e l'allontanamento delle acque di percolazione mediante la creazione ed il mantenimento di opportune sistemazioni idrauliche;
  • Impermeabilizzazione del suolo:
    • prevedere nella realizzazione di impianti arborei, così come di colture seminative, sistemazioni idraulico-agrarie atte a consentire una corretta regimazione delle acque superficiali ed orientate a favorire l'infiltrazione nel terreno e l'aumento dei tempi di corrivazione;
    • minimizzare l'impermeabilizzazione del suolo nella realizzazione di tutti i tipi d'impianto artificiale attraverso l'uso più esteso possibile di materiali che permettano la percolazione e la ritenzione temporanea delle acque nel terreno;
    • evitare, nella realizzazione delle opere, di alterare la funzionalità idraulica del contesto in cui si inseriscono, garantendo il mantenimento dell'efficienza della rete di convogliamento e di recapito delle acque superficiali;
    • recapitare, nelle aree impermeabilizzate, le acque superficiali in appositi bacini di accumulo evitando il convogliamento diretto in fognatura o la dispersione casuale nelle zone limitrofe;
    • evitare in ogni caso di interrompere e/o ostacolare il deflusso superficiale dei fossi e dei canali senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate.
  • Sbancamenti, scavi e rinterri:
    • provvedere ogni sbancamento e scavo in terreno sciolto o substrato lapideo, che comporti modificazioni permanenti e rilevanti della morfologia e del profilo topografico, appositi drenaggi a monte per l'abbattimento del carico delle acque meteoriche e il loro convogliamento nella rete di scolo;
    • individuare prima dell'inizio dei lavori di sbancamento e/o di escavazione, il sito di discarica ed i modi di riutilizzo del materiale sbancato e/o scavato; lo scavo dello strato più superficiale del suolo vegetale dovrà essere conservato a parte in prossimità del luogo delle operazioni per essere successivamente utilizzato nei lavori di ripristino;
    • calcolare le condizioni di stabilità delle nuove pareti e/o dei nuovi versanti in relazione alla prevista configurazione finale e alle variazioni indotte sulla stabilità delle strutture limitrofe, per ogni intervento che comporti un rimodellamento con modifica della pendenza di superfici preesistenti;
    • prevedere il ripristino delle condizioni di stabilità delle pareti naturali ed il rinverdimento delle superfici mediante opere di rinaturalizzazione con l'impiego di tecniche dell' ingegneria naturalistica per tutti i lavori di sbancamento e/o di scavo;
    • utilizzare per i rinterri materiali terrigeni simili a quelli esistenti in loco, ripristinando il grado di compattezza, di addensamento e di permeabilità del terreno;
  • Costruzioni interrate:
    • verificare la profondità del livello di falda di tutte le costruzioni interrate che andranno ad interessare le zone con falda acquifera superficiale e valutare l'escursione stagionale in relazione alla profondità di posa delle fondazioni;
    • prevedere il piano di calpestio dei locali interrati preferibilmente al di sopra del livello massimo di risalita della falda, al fine di evitare l'interferenza negativa sulla dinamica delle acque di falda; nelle aree dove non sia possibile fondare al di sopra del livello massimo della falda, le eventuali nuove costruzioni interrate dovranno avere locali interrati stagni e non potrà essere prevista la messa in opera di apparecchiature permanenti per la depressione della tavola d'acqua;
    • subordinare la realizzazione di costruzioni interrate costituite da locali sotterranei di profondità superiore ad un piano e/o da strutture fondazionali profonde, alla verifica dell'interferenza che le nuove costruzioni produrranno sulla circolazione delle acque sotterranee relativamente al loro possibile sbarramento e conseguente innalzamento del livello freatico e/o piezometrico;
    • limitare la messa in opera di impianti di depressione della tavola d'acqua esclusivamente per la salvaguardia e la messa in sicurezza di edifici esistenti.

Articolo 57 Aree esondabili

1. Nelle aree individuate nella Tav. B.32 Aree allagate come aree esondabili il Regolamento Urbanistico oltre a definire le modalità per incentivare la delocalizzazione delle attività abusive che interferiscono con il libero deflusso delle acque creando situazioni di rischio, dovrà predisporre norme di tutela che garantiscano i seguenti indirizzi:

  • Casse di espansione:
    • prevedere la realizzazione di opportune casse di espansione per la laminazione delle portate di piena dei corsi d'acqua qualora a seguito di studi idraulici vengano messe in evidenza situazioni di rischio idraulico in aree ove si intende realizzare opere o interventi di interesse pubblico o ad esso ricollegabili; la posizione e la dimensione delle casse di espansione dovrà essere funzionale alla eliminazione del rischio idraulico.
    • vietare in tali aree qualsiasi tipo di intervento edilizio limitando la realizzazione di impianti sportivi a quelli privi di superfici impermeabilizzate, parchi pubblici non attrezzati, colture seminative e impianti da arboricoltura da legno che non comportino particolari problemi o perdite in caso di eventi alluvionali;
    • incentivare la realizzazione di vasche volano che consentano di ridurre gli effetti dell'impermeabilizzazione del suolo allungando i tempi di corrivazione.
  • Intubamenti:
    • vietare tutte le operazioni di tombatura e tutte le operazioni che possano portare all'interramento dei fossi;
    • favorire ed incentivare tutti gli interventi che perseguano il recupero della naturalità dei corsi d'acqua, attraverso la realizzazione di percorsi alternativi a giorno;
    • prevedere l'adeguamento igienico-sanitario e la messa in sicurezza per i tratti abbandonati ed in particolare per le zone di Frassineto, Policiano e Rigutino;

2. Nelle aree individuate nella Tav. B.35 Carta delle criticità: degrado e rischio connessi all'assetto idrogeologico come aree a difficoltoso drenaggio l'attuazione di qualsiasi intervento che preveda nuova edificazione, ristrutturazione urbanistica e/o ampliamento, sono condizionati all'elaborazione di uno studio idrologico-idraulico finalizzato alla individuazione dei necessari interventi atti alla risoluzione dei problemi ivi rilevati e che dovranno essere realizzati contestualmente agli interventi di nuova edificazione, ristrutturazione urbanistica e/o ampliamento.